di Monica Ricci Sargentini
L’obiettivo è favorire l’inserimento in azienda e garantire l’autonomia. Laboratori e attività presso la Luiss di Roma e poi tirocini e contratti
Nell’anno scolastico 2023-2024, quasi 359mila studenti con disabilità hanno frequentato le scuole di ogni ordine e grado in Italia, 21mila in più dell’anno precedente. Ma cosa succede a questi ragazzi quando finiscono il ciclo di studi? Come possono orientarsi in un mondo del lavoro così competitivo come quello di oggi? C’è anche un rischio di emarginazione: restare chiusi in casa senza trovare l’indipendenza economica e lavorativa cui tutti i giovani aspirano. Certo c’è la legge 68/99 che ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone con disabilità. Ma spesso questi ragazzi e ragazze hanno anche bisogno di capire chi sono e dove vogliono andare.
Per questo è nato a Roma Ability Garden, il progetto che lavora soprattutto sulla scoperta di potenzialità e aspirazioni del o della giovane in modo da agevolare l’inserimento lavorativo consentendo alle aziende di riconoscerne il talento. «L’unicità della persona – ci dice la fondatrice e Ceo del progetto Serena Cecconi – esige attenzione e impegno per un orientamento vocazionale, ancor di più per chi ha maggiore difficoltà a far emergere le abilità, come i ragazzi che partecipano al nostro percorso».
L’obiettivo è di accrescere il benessere sociale superando stereotipi e il paradigma della percentuale di invalidità, perché le aziende non assolvano solo ad un obbligo di legge, ma riconoscano il reale contributo di tutte le persone, indistintamente dalla condizione fisica. «Le persone con disabilità – spiega Cecconi – hanno bisogno di realizzare le tre A che sono l’Abilità, l’Autodeterminazione e l’Autonomia. Il lavoro è quel momento in cui tutti noi diventiamo visibili. La nostra identità viene riconosciuta dalla società ed è bellissimo vedere questi ragazzi, che magari vengono da 13 anni di formazione scolastica supportati da insegnanti di sostegno, scoprire le loro potenzialità. È un processo che aumenta la loro autostima e la sicurezza in sé stessi».
Il primo Ability Garden Space è stato aperto, nel 2021, e dallo scorso anno è ospitato presso l’Università Luiss di Roma. Qui i ragazzi e le ragazze partecipano per 4 o 5 mesi a laboratori e attività lavorative con competenze trasversali, che poi ritroveranno nelle aziende in cui faranno un periodo di training on the job. «Questo è un passaggio fondamentale: la community aziendale – prosegue la manager – entra in contatto con la diversità in un contesto produttivo, non filantropico o volontaristico, ma concreto. Al termine del training, se l’azienda ha posizioni aperte per le categorie protette, possiamo proporre tirocini extracurricolari, con la possibilità, per le persone con competenze rispondenti, di essere inseriti a tempo indeterminato».
Percorso gratuito
A sostenere il progetto ci sono nomi importanti come Bvlgari, Fincantieri, Aeroporti di Roma, Ford Italia, Enel solo per citarne alcuni. Tutto il percorso è completamente gratuito per le famiglie.
«Le aziende oggi – spiega Cecconi – non hanno gli strumenti né il tempo per arrivare con un colloquio e un curriculum al potenziale della persona, leggono spesso solo il deficit e vorrebbero poter fare di più. Il “tempo” è un bene raro per il profit che giustamente opera per obiettivi, performance e dove spesso le linee guida della DE&I ma necessitano anche di progetti concreti».
I primi risultati sono molto incoraggianti. Sui 21 giovani che hanno partecipato all’Ability Garden negli scorsi due anni cinque sono stati assunti e sette stanno svolgendo un tirocinio. «L’innovazione che Ability Garden porta rispetto alle soluzioni tradizionali è il nostro approccio: non facciamo formazione, ma lavoriamo per la “fioritura” della persona, come insegna Martha Nussbaum che ha ispirato il nome e la filosofia del progetto. Cerchiamo di capire quali siano le vere passioni e abilità di ciascun partecipante, evitando percorsi che potrebbero nel tempo frustarli».
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